Le madri non dormono mai

Romanzo stupendo, potente, strepitoso, emozionale. Questa volta la location è un ICAM (istituto a custodia attenuata per madri detenute), dove Miriam e Diego e tutte le altre compagne di detenzione con figli, ci racconteranno la loro storia, il passato, le difficoltà della vita. Un luogo del genere può essere considerato “CASA” e può insegnare la dolcezza, gli affetti e l’amore, più della “vita fuori”? Lettura super consigliata … GRAZIE LORENZO, per i temi trattati e le emozioni fortissime che ci trasmetti. ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

Lorenzo Marone è uno dei miei autori preferiti, ho letto tutti i suoi libri e ogni volta mi emoziona. Dopo aver letto i suoi libri, mi porto dietro per giorni le sensazioni che ti lascia. Una realtà che non conoscevo e che è descritta magistralmente. Lo consiglio assolutamente. E poi andate a leggere gli altri libri che ha scritto.

un capolavoro! un intreccio di personaggi e vite che si riducono ad un'unica e sola voglia di sopravvivere. uno sguardo, finalmente, agli Icam, che per i loro ospiti sembra essere un angolo di paradiso. l'autore ci fa immergere in una realtà di cui si sente parlare poco, una realtà dalle mille sfaccettature che, spesso, ci passa accanto senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. a rende tutto più reale ed avvolgente, una scrittura diretta, dialettale, di strada.

I personaggi di questo libro sono persone avvinte in lacci così stretti che non danno possibilità di liberarsi, anzi, spesso, il cercare di divincolarsi, stringe ancora di più i legacci, fino a rendere la prigionia una situazione permanente, anche fuori dal carcere. L'Icam, dove è ambientato il romanzo è un istituto detentivo a custodia attenuata, dove madri detenenute e figli fino ad una certa età possono stare insieme. Qui passano le vite di prigioniere e guardie e bambini che prigionieri sono anche loro, vincolati da colpe non commesse, avvinti al destino delle madri, che segna anche la loro sorte. C'è molta gioia in questo libro (una delle parole belle di Melina) e desideri e solidarietà, ma maggiore è il disincanto e la rassegnazione. Certe vite sembrano segnate indelebilmente. Appena la speranza e la fiducia fanno timidamente capolino, subito gli eventi ristabiliscono per tutti il ruolo di vinti, marchiato addosso a fuoco. "Sapeva che l'apatia ostentata con orgoglio dalle detenute era autodifesa, che l'indifferenza non è per chi non crede, ma per chi ha creduto, seppur per poco, e poi non crede più" La mia opinione impopolare è che non amo la scrittura di Marone e qui non ho amato la voce narrante in terza persona (assolutamente necessaria, è chiaro, per raccontare tanti personaggi); mi appassionano di più le pennellate scomposte di Almarina , della mia Valeria Parrella, che raccontano del carcere minorile o la malinconia grigia e bianca dei Giovanissimi di Forgione, tuttavia questo è un libro bello, denso della verità del dolore di tutti, dei dolori di ognuno. Come dice la Quarta "È uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri." Da leggere. #Libr_ida_leggere

Che fatica fare partire questa lettura ma poi si è aperto un mondo molto emozionante. Bello